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Erano gli anni Ottanta del secolo passato. Mi avevano commissionato un servizio sulle Galàpagos. Quel pugno di isole, un migliaio di chilometri al largo dell’Ecuador, dove Darwin ebbe l’intuizione della teoria dell’evoluzione.

Le scoprì il bucaniere inglese Cowles, negli ultimi anni del Seicento. Encantadas, le avevano battezzate gli spagnoli venuti subito dopo. Stregate, non incantate, è la corretta traduzione.

A quei tempi, calcolare l’esatto punto nave era una difficoltà. Con la bussola trovavi la direzione, con il sestante il parallelo, secondo l’altezza del sole. Gli orologi nautici per calcolare la longitudine, il meridiano, non erano ancora stati inventati. Ci si affidava a metodi empirici e all’esperienza che, spesso, era ingannata dalle correnti marine, dai venti. E quando guardavi l’orizzonte e speravi di vederle, le isole non c’erano, pareva volessero sfuggirti, giocare a rimpiattino in quelle immensità marine, come per malizioso incanto stregonesco.

 

UnaFotoUnaStoria: viaggio alle Galàpagos con un 500mm catadriottico di Edo Prando.
Erano gli anni Ottanta del secolo passato. L'attrezzatura fotografica era ben diversa da quella di oggi. Per riprendere questo fringuello Edo Prando ha usato un 500mm catadriottico che assicurava uno sfocato molto bello e allo stesso tempo dimensioni e peso ridotti.

 

“Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io fussimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch’ad ogni vento, per mare andasse al voler vostro e mio, sì che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento…” Ricordate? Dante.

Una piccola barca dell’Ente Parco mi porta nelle isole più piccole e sperdute. All’epoca si poteva fare, pur sempre seguiti da un guardaparco che vigilava, affinché i rigorosi divieti fossero rispettati. Niente sigarette, seguire percorsi stabiliti, la sera dormire in barca, non raccogliere nessun souvenir: fosse una piccola conchiglia, o un pizzico di sabbia. Soprattutto: non importunare gli animali, per la loro e la tua incolumità. Quei gruppi di foche che dormono, pigre, al sole, sono puntigliosamente controllate dal maschio del branco, che a morsi, difende il suo harem, con inaspettata agilità.

Un teleobiettivo è utile. Non tanto perché gli animali siano inavvicinabili, ma perché sei tu a non doverti avvicinare troppo a loro. Diventa di rigore quando, i soggetti, sono quei piccoli uccelli che illuminarono Darwin sull’origine delle specie. In ogni isola hanno becchi diversi, creati dalla lenta evoluzione a causa delle specifiche condizioni di vita.

 

Tamron 500mm catadriottico, teleobiettivo leggero con sfocato creativo. Il bokeh di oggi.
Il Tamron 500mm catadriottico è un obiettivo che permette di avere una focale molto lunga in un'ottica leggera e compatta. Diaframma fisso F8 e un particolare effetto di sfocato, il cosiddetto bokeh di oggi.

 

 Avevo trovato un giusto compromesso, tra peso, lunghezza focale e anche costo, un obiettivo oggi quasi dimenticato: un 500mm catadiottrico. Ovviamente, data l’epoca, la messa a fuoco era manuale e, dato il particolare tipo di costruzione ottica, diaframma fisso a F8. Obiettivo interessante, e inconfondibile a causa del particolare sfocato - oggi si dice bokeh - che produce. I punti luce fuori fuoco sono riprodotti come tanti cerchietti luminosi.

Di sistemi di stabilizzazione, allora, non se ne parlava. Indispensabile pertanto un treppiede, di quelli leggeri, per non appesantire troppo il bagaglio. Qualche volta riuscivo anche a farne a meno, e riprendere a mano libera, appoggiato a una roccia o sdraiato per terra. È nata così la foto di questo uccellino, che mi guardava curioso, a qualche metro di distanza, inconsapevole dell’importanza che i suoi trisavoli ebbero nella storia della scienza.

Edo Prando

 

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