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Cuore digitale e sapore analogico. E’ lo slogan col quale viene presentata la nuova Leica, siglata M10-D. Aggiungiamo, di nostro, che serve anche a scattare fotografie.

Con questo modello, più che mai, la Casa strizza l’occhio ai “ laudatores temporis acti” (Orazio, Ars Poetica, 173), “quelli che era meglio quando si stava peggio” (Enzo Jannacci).

Leica M10D, fotocamera digitale con le scomodità di una analogica.
Solito design per la Leica M10D che vuole strizzare l'occhio a chi guarda al passato. Così l'innovazione va a braccetto con alcune scomodità.

L’aspetto è quello classico Leica: un parallelepipedo dai lati smussati. Dentro, al posto degli ingranaggi di precisione, delle levette e molle, che trovavi nelle Leica d’antan, c’è tutta l’elettronica attuale e il digitale necessario per scattare fotografie. Che siano buone o meno, come sempre, dipende dalla capacità del fotografo nello sfruttare al meglio lo strumento che ha tra le mani.

Leica M10D, la digitale senza schermo LCD.
E così la Leica M10D è priva di schermo LCD, fa più figo e ci si sente Cartier-Bresson! E poi, in fondo a che serve?

Quasi per farsi perdonare l’inevitabile cedimento alla modernità, in Leica hanno pensato di inserire quelle scomodità che caratterizzavano le fotocamere di una volta. Intanto il mirino: rigorosamente galileiano. Poi: via il visore Lcd su retro del corpo macchina. Secondo Casa Leica poter controllare la foto appena scattata è una distrazione per il fotografo. Suvvia: Cartier-Bresson mica aveva un Lcd! Al suo posto una rotella per impostare funzioni.

Leica M10D, leva di ricarica finta e fondello per cambiare la scheda di memoria. Il ritorno al passato che fa il fotografo?
Leva di ricarica? Finta. Per cambiare la scheda di memoria è necessario togliere il fondello. Leica M10D, innovazione al passato con un pizzico di scomodità.

Altra scomodità delle Leica a pellicola era dover togliere il fondello dell’apparecchio per cambiare rullino. Rimpiangevi di non avere tre mani. Bene: nella M10-D devi fare la medesima operazione per cambiare scheda di memoria. Non basta: nell’apparecchio, sulla parte superiore destra, fa bella mostra di sé la leva di ricarica. Non serve a nulla, anzi è fissa. L’hanno rimessa, così affermano, per facilitare la presa dell’apparecchio.

Descritte le novità, rimangono le caratteristiche consuete: sensore Cmos full frame da 24 Mega, processore Maestro II, salvataggio file sia Dng, sia Jpeg.

A farsi perdonare tanta innovazione, però, la Casa si premura di dire che se vogliamo il mirino elettronico possiamo usare il già esistente Visoflex Leica. Inoltre, è prevista la gestione della camera in remoto mediante una app. denominata, nientemeno, che Fotos. Gira sia su smartphone Android sia iOS. Grazie ad essa è possibile personalizzare e memorizzare le funzioni secondo le nostre abitudini. Collegare smartphone con fotocamera ed entrare, come la maggior parte delle attuali fotocamere nel mondo Wi-Fi. E’ facile, basta leggere il codice QR stampato sul fondello.

Per quelli che vogliono provare il frisson della foto d’antan il tutto costa 7.995 dollari, senza EVF Visoflex, per il quale bisogna aggiungerne 575. Fatevi avanti!

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