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Stylaz non è lo pseudonimo di una persona, ma una sigla. Indica due fotografi che si sono messi insieme per un preciso progetto di lavoro. Sono Riccardo Ambrosio e Andrea Peroni. Entrambi nati a Brescia, dove attualmente vivono. Ambrosio è il giovane del binomio. E’ nato nel 1982, mentre Peroni è l’anziano, nato nel 1969. Lo spirito, però, dicono entrambi, è quello di due giovani professionisti con un grande futuro davanti. Entrambi arrivano da esperienze fotografiche riguardanti la fotografia d’interni. Usano fotocamere Canon 5D e obiettivi zoom: 16-35mm; 24-35mm; 100mm; 24mm Shift. Per illuminare i set impiegano flash Bowens, dotati anche di alimentatori portatili, e relativi sistemi per la diffusione della luce: ombrelli, bank, griglie, coni. Non sono maniaci della tecnica, ma molto scrupolosi sia nell’allestire i set, sia nell’eseguire gli scatti. Andrea Peroni & Riccardo Ambrosio pubblicano su numerosi magazine e hanno ricevuto il prestigioso premio Graphis 100 Best in Photography Gold Award 2011.

 

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Autoritratto di Riccardo Ambrosio e Andrea Peroni (© Stylaz)

 

Loro specialità: ritratti di gente dello spettacolo e non solo. Li guardi e ti accorgi che le luci sono state studiate diligentemente prima dello scatto e se c’è intervento in post produzione anch’esso è studiato in funzione della disposizione delle luci. E’ laureato in Scienze della Comunicazione a Padova, con una tesi sulla figura del direttore della fotografia nel cinema. “….nel mio passato – dice- non c’è la macchina fotografica del padre o dello zio. Della fotografia proprio non m’importava nulla. Da grande volevo fare il giornalista. Invece, le cose sono andate diversamente.
Ho fatto anni di gavetta presso altri fotografi. Ho cominciato caricando e scaricando gli chassis delle fotocamere a banco ottico…”. La fotografia s’impara soprattutto così, confrontandosi con la realtà della professione: l’organizzazione del set, il rapporto con i clienti, la programmazione delle riprese, la gestione dei collaboratori. Stare a bottega, come si diceva una volta, è la scuola migliore.
Gavetta, Riccardo ne ha fatta tanta all’epoca della fotografia analogica. Con l’arrivo del digitale si specializza in tecniche innovative di post produzione. Nel 2007 consegue la qualifica di Adobe Certified Expert in Photoshop. La domanda sorge spontanea: quanto Photoshop c’è nelle foto della premiata ditta Stylaz?“…in genere non più di un dieci, venti per cento.
Curiamo molto la messa in scena della fotografia e la disposizione delle luci prima dello scatto…”. Solamente il dilettante e nemmeno tanto evoluto, è convinto che basti scattare: tanto in post produzione si fa tutto.

 

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La scrittrice Carla Perotti (© Stylaz)

 

Anche l’altra metà di Stylaz non ha mai avuto nel cassetto sogni fotografici. “….la mia era una famiglia operaia – spiega Andrea - e la fotografia non faceva parte dei suoi orizzonti. La professione di fotografo, poi, non era nemmeno presa in considerazione come lavoro vero…”. Anche per Andrea l’incontro con le immagini avvenne tramite l’assistentato.
Il suo mestiere era l’operaio, abbandonato per il salto nella fotografia. Entrambi hanno alle spalle un passato di fotografia commerciale: cataloghi di prodotti, brochure aziendali. Riccardo, ad esempio, fotografa yacht e i loro interni. Andrea è specializzato nella foto d’interni.
Entrambi praticano professionalmente un genere che t’insegna veramente la fotografia. E’ la scuola del grande formato. Da questo tipo d’immagini hanno fatto il salto nella fotografia di ritratto. Il settore non manca di concorrenti, ma questo non spaventa il duo Riccardo & Andrea.

 

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Giacomo Maiolini della Time Record (© Stylaz)

 

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Il corridore Loris Capirossi (© Stylaz)

 

“A volte siamo stati contattati direttamente – spiega Riccardo - da chi conosceva già il nostro lavoro. E’ accaduto per il calendario della squadra di rugby commissionato dalla fondazione bresciana I Musei di Santa Giulia, che sponsorizzano la squadra. Il ritratto di Norberto Ferretti venne commissionato da Top Yacht”.

I loro ritratti sono prima studiati, poi realizzati. “…incontriamo le persone, cerchiamo di capirle. In questo modo le collochiamo in un contesto adatto.

 

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Squadra di rugby  (© Stylaz)

 

Altre volte, come nel caso di ritratti di gruppo per copertine di dischi o la pubblicazione sulle riviste, ci viene chiesto di creare una certa atmosfera. E’ il caso dei ritratti allo Sbarbari Klan. Dovevamo avere un’atmosfera anni cinquanta.
Da qui la scelta accurata della location e la scelta dell’ intervento in post produzione, per ottenere particolari tonalità di colore. La foto del gruppo dello Sbarbari Klan è fra quelle che ha richiesto un tre, quattro ore di lavoro con Photoshop…..”. Naturalmente più le altre necessarie ad allestire il set, e fare le luci.

 

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Sbarbari Klan (© Stylaz)

 

Le luci sono uno dei segreti di Stylaz. Chi vuole imparare deve osservarle con attenzione. Non sono casuali e nemmeno subite. Guardiamo il gruppo di ragazzi nella fabbrica abbandonata. In quella location lavorarono una giornata intera. Il gruppo fu uno degli ultimi scatti, quando già la luce utile se n’era andata.
Loro l’hanno inventata, anche quella che arriva dai finestroni senza vetri dei capannoni. Non c’è bisogno di un gran numero di punti luce, confidano, basta usare quelli giusti. Quali siano quelli giusti è difficile dire, non perché facciano parte di chissà quali segreti. Semplicemente li stabiliscono volta per volta, secondo la situazione.
E questo è possibile solamente con quello strumento che non si compera in negozio e si chiama esperienza.

 

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Manu sk8 (© Stylaz)

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