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Scrivere con i piedi, nell’accezione comune, significa scrivere male. Per un cronista di razza, qual era Wladimiro Settimelli, scrivere con i piedi, invece, vuol dire consumare suole, metaforiche

e reali, cercando notizie, fatti, curiosità. Wladimiro Settimelli scriveva per quotidiani e periodici. Metteva la stessa passione e precisione nelle dieci righe di nera, come nell’inchiesta di ampio respiro. Era cresciuto a una scuola che oggi non c’è più: quella di capiredattori che, anche un po’ sadicamente, ti facevano rifare il pezzo dieci volte, prima di passarlo in pagina. Quella scuola rigorosa che Wladimiro portò nel mondo della fotografia. I suoi pezzi ne L’Unità, di cui era redattore e per la quale teneva anche una rubrica di critica e storia della fotografia, uscivano freschi e facili dopo faticose e approfondite ricerche. Collaborava anche con lo storico mensile “Fotografare” dell’editore Cesco Ciapanna.

 

Wladimiro Settimelli, un giornalista di quelli seri e bravi
Wladimiro Settimelli ha scritto molti libri. Ha lavorato per anni con Cesco Ciapanna, editore di Fotografare

 

Da direttore di quella testata lo frequentai di persona, dopo averlo frequentato in precedenza nei suoi scritti. Non gli piaceva essere considerato critico o storico della fotografia. Gli garbava esserne cronista. Di quelli che, trovata la notizia, l’approfondiscono, cercano pezze d’appoggio, e non scendono a compromessi. Negli anni di piombo aveva preso il porto d’armi. Girava armato. Era nel mirino delle Brigate Rosse, ma nelle sue cronache non abdicò mai alle sue idee. Figuriamoci se un editore, fosse pure il mitico Ciapanna, gli poteva far paura. “…L’onestà di Settimelli e il suo amore per le cose che narra gli fanno volentieri perdonare la soggettività di certe scelte e l’unilateralità di certi giudizi”. Scriveva Cesco Ciapanna, nella prefazione alla “Storia avventurosa della fotografia”. Un parto editoriale faticoso, più per Ciapanna che per Wladimiro.

 

Wladimiro Settimelli, La storia avventurosa della fotografia per Cesco Ciapanna Editore
Wladimiro Settimelli, non critico o storico, diceva, bensì cronista

 

Iniziò per scrivere un certo numero di pagine e per una certa data, ma s’appassionò talmente all’argomento e fece una tal mole di ricerche che consegnò il dattiloscritto un anno dopo la scadenza contrattuale. E il numero di pagine era più del doppio. L’editore fu costretto a uscire con due volumi. Un successo. Ho letto su FaceBook la notizia che Wladimiro se n’era andato. Da collega il mio coccodrillo. E.P.

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