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Ревизор, Il Revisore: è il titolo della satira teatrale di Gogol da noi meglio conosciuta come L’Ispettore Generale. Narra le avventure di un piccolo profittatore, scambiato per il revisore

ministeriale inviato in una cittadina della provincia russa a controllare l’andamento della cosa pubblica. Recensori si chiamano oggi quei giovani e anche meno giovani, dediti compulsivamente a recensire prodotti, ristoranti, alberghi e quant’altro. Figure oramai istituzionalizzate da organizzazioni come Amazon, TripAdvisor che premiano chi fa più recensioni. Importa il numero delle recensioni, non qualità e attendibilità, per scalare la classifica della fama.

 

La Colonna Infame: fatti e misfatti della fotografia. I falsi recensori fotografici

 

Internettiani Revisori aprono autoreferenziali blog e sentenziano su tutto: dalla fotocamera allo spazzolino per i denti. A volte con tornaconto. Pare che Amazon spedisca gratuitamente i prodotti da sentenziare ai Recensori più accreditati. Magari in punta alle classifiche perché, ancora una volta ci viene in aiuto Gogol e questa volta con “Le anime morte”, gestori e compratori di inesistenti identità del web.

Anche l’orticello della fotografia pullula di Recensori e Cicikov, il protagonista de Le anime morte. Chi possiede una macchina per scrivere non è di conseguenza uno scrittore. Sono tutti d’accordo. L’assioma pare non valere nel web. Basta aprire un blog, un canale YouTube, essere presenti in un sito per diventare automaticamente Recensori Generali. Ricordo un annuncio economico: richiedeva apprendisti con provata esperienza. Non erano ancora comparsi blogger e youtuber. Recensori di provata esperienza. Ossimori più che esperti. E.P.

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