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Amici, fotografi, non vengo a lodare lo smartphone. Salgado dice che quella che fai con lo smartphone non è fotografia. E Salgado è fotografo famoso.

Ognuno di noi ha in tasca uno smartphone e scatta fotografie che non avrebbe mai fatto con una reflex o una compatta. E’ il nostro amico di tutti i giorni, di tutte le ore, di tutti i minuti. Guarda, mamma, dove mi trovo. Un clic e la mamma sorride all’immagine che le ha mandato il figlio. Guardate, amici, il piatto che sto mangiando. Un clic e sono compagnie rinsaldate.

Fotografia è parlare per immagini. Ma Salgado dice che quella dello smartphone non è fotografia. E Salgado è fotografo famoso. Ricordate, amici fotografi, quando non potevate far sorridere la mamma, narrare a vostra moglie, alla vostra fidanzata dove siete, cosa state facendo in questo preciso istante della vostra vita? Fare tutti partecipi dei vostri attimi di oggi, che domani saranno ricordi. Saranno la vostra storia. Poi è arrivato lui, lo smartphone e sono finite le attese, i soldi spesi per rullini e stampe. Lui, amici, ha pagato il riscatto di quella servitù. Salgado dice che lo smartphone non è fotografia. E Salgado è fotografo famoso. In gioventù percorreva a cavallo le piantagioni di caffè della famiglia. Fu a Londra, a rappresentare i coltivatori di caffè brasiliani. S’appassionò alla fotografia ed ebbe una corte ad aiutarlo.

Salgado e la fotografia con lo smartphone, e intanto reclamizza spudoratamente il brand fotografico.
Salgado durante la conferenza stampa della sua mostra "Genesi" a Milano pone ben in evidenza la fotocamera, o meglio il marchio. Oggi dice che la fotografia realizzata con lo smartphone non è fotografia. Sotto, alcune immagini del corso di fotografia per i ragazzi della Scuola Media di Asso, provincia di Como. Forse non è fotografia quella? Eppure stanno usando lo smartphone....

Non voglio far torto a Salgado e ai fotografi come lui, tutti uomini di fotografia. Ma ho qui, in tasca, eccolo, lo vedete, uno smartphone. Anche i miei allievi, ragazzi giovani, della scuola primaria, che cerco di appassionare all’immagine, ne hanno di uguali. Umili apparecchi, non fotocamere dal nome altisonante. Come quella che Salgado, salito sul podio dell’oratore in occasione di una sua mostra milanese, mise in evidenza, davanti a sé, prima di parlare. Non sono un fotografo famoso, com’è Salgado e gli altri. Non vengo a stupirvi con immagini milionarie, non ne ho l’ingegno, né i mezzi. Vi mostro gli smartphone dei miei ragazzi; poveri, poveri strumenti e chiedo loro di rapirvi con i loro occhi. Ma se io fossi Salgado e Salgado me, ci sarebbe qualcuno che muoverebbe la gente d’immagine a ribellarsi e ad affermare che sì, con lo smartphone, si può fare fotografia.

E.P.

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