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Giunto alla terza edizione, l’evento, organizzato dal Comune di Milano con il supporto di ArtsFor, coinvolgerà per una settimana l’intera città lombarda con mostre, progetti e incontri di approfondimento.

“Lapteviečiai - Le voci del silenzio” è un progetto multimediale dei fotografi e giornalisti Marina Macrì e Edo Prando di LithuanianStories con il supporto dell’associazione Baltika-Baltijos Istorijos.

Progetto LithuanianStories a MilanoPhotoWeek 2019.
Il nostro progetto LithuanianStories a MIlanoPhotoWeek, l'importante manifestazione organizzata dal Comune di Milano. Vi aspettiamo il 3 giugno all'Isituto Italiano di Fotografia, ore 19.

L’incontro casuale con la Lituania diversi anni fa permise loro di conoscere le storie dimenticate di un Paese europeo scomparso dalle cartine geografiche dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando fu inglobato nell’Unione Sovietica. Storie dimenticate che raccontano una lunga e pesante occupazione, il cui scopo era distruggere l’identità della nazione Lituana.

Il loro primo viaggio nel paese Baltico avvenne nel 2005, un anno dopo l’ingresso della Lituania nell’Unione Europea. Curiosi di entrare in quel buco nero della storia, prodotto dall’occupazione sovietica, partirono alla volta di Vilnius facendo scalo a Copenaghen. Non c’erano ancora i voli diretti che oggi consentono di andare in Lituania in poco più di due ore.

Un viaggio con inevitabili mete turistiche. Il parco tematico di Rumšiškės, vicino a Kaunas. La Lituania antica ricostruita. In una radura tra le betulle, furono attirati da un’incongrua yurta siberiana e un inaspettato vagone ferroviario. Un carro bestiame. Per noi italiani quel tipo di vagone richiama alla memoria una sola stazione di arrivo: Auschwitz. In quel vagone però non c’era la svastica, bensì una falce e martello.

Negli anni successivi sono tornati frequentemente in Lituania e ne hanno approfondito la storia, incontrando altre volte quel vagone. Un vagone che racconta una delle pagine più buie della storia del Novecento. Le deportazioni nei gulag della Siberia da parte dei Sovietici, la brutale repressione di ogni libertà nei paesi da loro occupati.

Il 14 giugno 1941 è una data che i Lituani non potranno mai dimenticare: decine di migliaia di persone, anche donne e bambini, furono deportate nella Siberia sovietica. Le famiglie divise, i morti nel tragitto verso i gulag, i cadaveri ammucchiati al gelo nella lunga notte artica del Mar di Laptev. Tra queste Dalia Grinkevičiūtė, una giovane di appena 14 anni, prelevata da casa assieme alla sua famiglia, e deportata oltre il Circolo Polare Artico, là dove la Lena si getta nel mar di Laptev, in un incerto e desolato labirinto di isole. Con Dalia altre ragazzine, altre famiglie.

Voci e immagini di chi è sopravvissuto, nel reportage multimediale realizzato da Marina e Edo. Le interviste e le immagini dei sopravvissuti ai gulag, di coloro che combatterono nella resistenza, fino ai sanguinosi fatti del 1990-1991, quando finalmente il Paese conquistò indipendenza e libertà.

Oggi la Lituania è un Paese libero: Jonas, Irena, Rimantas, Arunas, Aušra, Julija, Rita… e altri, sono testimoni viventi di quella terribile stagione. Dopo il buio, terminato nel 1990, con la conquista della libertà non si devono più vergognare del passato innocente di deportati. E raccontano le loro storie di disperazione e felicità.

Durante l’incontro sarà presente Jurga Po Alessi, blogger Lituana che vive in Italia, che racconterà le relazioni tra l’Italia e il Paese Baltico nel corso della storia e l’incredibile fenomeno dei “contrabbandieri” di libri.

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